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"Fame zero! Basta perdere tempo!". Appello al G7 di "Azione contro la fame"

“Azione contro la Fame”, organizzazione umanitaria internazionale per il diritto di ogni persona “a una vita libera dalla fame”, lancia oggi un “Appello al G7: fame zero, basta perdere tempo! È urgente agire sulle cause e finanziare gli aiuti umanitari nelle situazioni di emergenza”.

Scrive l’organizzazione in un comunicato diffuso oggi che, secondo il Global Report on Food Crises –pubblicato in data odierna dalla “Rete globale contro le crisi alimentari” (fondata dalle Nazioni Unite e dalla Commissione Europea) e dove si analizza la situazione di 59 Paesi colpiti da crisi alimentari – «il numero di persone che si trovano ad affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta sta crescendo per il quinto anno consecutivo: oltre 280 milioni di persone in 59 Paesi. Si tratta di 24 milioni di persone in più rispetto all'anno precedente – un aumento di oltre il 9%». «La fame nel mondo ha raggiunto proporzioni drammatiche: Azione contro la Fame invita la comunità globale ad agire urgentemente affinché vengano soddisfatti i crescenti bisogni umanitari, agendo al contempo sulle cause strutturali». L’appello ad agire è rivolto ai leader globali, a cominciare dal G7, rivolgendo loro specifiche raccomandazioni, che i cittadini possono sostenere sottoscrivendo a questo link il manifesto "Mai più fame".

«L’aumento, per il quinto anno consecutivo, del numero di persone che vivono condizioni di grave insicurezza alimentare conferma l'enormità della sfida di raggiungere l'obiettivo ‘Fame Zero’ entro il 2030 – dichiara Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame – oltre all’intensificarsi dei conflitti, delle disuguaglianze e della crisi climatica, che rappresentano le cause da rimuovere, la diminuzione dei finanziamenti umanitari e l'aumento dei costi rappresentano un'ulteriore minaccia, che ha già portato a una riduzione del numero delle persone aiutate e delle quantità di aiuti alimentari destinati alle popolazioni in condizioni di insicurezza alimentare.  La comunità internazionale deve agire con urgenza per evitare che milioni di persone muoiano di fame».

I numeri della crisi alimentare

Si evince dal Rapporto pubblicato oggi  che in 32 dei Paesi in condizione di crisi alimentare presi in esame, più di 36 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione acuta, di cui quasi 10 milioni di malnutrizione acuta grave, che è la forma più letale e la principale causa di mortalità infantile. Il rapporto conferma anche che la malnutrizione colpisce le bambine e le donne in modo sproporzionato rispetto alla popolazione maschile, a ulteriore conferma che le disuguaglianze, incluse quelle di genere, sono esse stesse cause della fame.

Nel 2023, secondo il Rapporto guerre e conflitti sono stati la principale causa della fame. Rappresentano infatti il fattore predominante dell’insicurezza alimentare per 135 milioni di persone [seguono le disuguaglianze e gli shock economici], in 20 dei Paesi esaminati. Nel 2023, infatti, le crisi alimentari si sono intensificate in modo allarmante nelle aree colpite da conflitti o da situazioni di violenza interna, come ad esempio a Gaza e in Palestina, in Sudan, ad Haiti, dove Azione contro la Fame opera da molti anni.

    A Gaza, il 50% delle persone è a rischio imminente di carestia. Le persone passano giorni e notti senza mangiare e l'81% delle famiglie non ha accesso ad acqua sicura e pulita. Gli attuali livelli di assistenza umanitaria non sono sufficienti. Azione contro la fame ha riferito che alcune persone mangiano mangimi per animali come fieno e paglia. "La situazione a Gaza è senza precedenti. Gli aiuti devono avere la priorità prima che muoiano altre persone", ha dichiarato Natalia Anguera Ruiz, responsabile delle operazioni di Azione contro la Fame per il Medio Oriente.

    In Sudan, più di un anno di conflitto ha lasciato una persona su tre in condizioni di grave insicurezza alimentare, con cinque milioni di persone che si trovano ad affrontare livelli di emergenza di fame. "Il Sudan sta affrontando una delle più grandi crisi umanitarie del mondo", ha dichiarato Samy Guessabi, direttore nazionale di Azione contro la Fame in Sudan. "Il conflitto ha costretto 8,2 milioni di persone a fuggire dalle loro case. Innumerevoli famiglie in tutto il Sudan, così come i rifugiati nei Paesi vicini, non hanno cibo e alloggio. Senza assistenza urgente e salvavita, molti potrebbero morire. Tuttavia, solo il 5% degli appelli è stato finanziato, lasciando che molti sudanesi si trovino ad affrontare un triste futuro".

    Ad Haiti, metà della popolazione, ovvero quasi cinque milioni di persone, si trova ad affrontare alti livelli di insicurezza alimentare, con 1,64 milioni di persone a un passo dalla carestia. "Settimane di violenza di gruppo hanno costretto centinaia di migliaia di famiglie ad abbandonare le loro case e hanno interrotto le importazioni. I mercati hanno limitato il cibo e l'inflazione dei prezzi ha portato a una disperazione estrema", ha dichiarato Martine Villeneuve, direttore nazionale di Azione contro la Fame ad Haiti.

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