Abusi di potere, spirituali e sessuali: le suore latinoamericane si raccontano
Tratto da: Adista Notizie n° 37 del 29/10/2022
41260 BOGOTÀ-ADISTA. Il 55,2% delle religiose in America Latina e nei Caraibi ha subito abusi di potere e/o sessuali all'interno della vita religiosa, ovvero nell'ambito della loro congregazione, comunità o in un ambiente ecclesiale legato ai luoghi o alle istituzioni appartenenti alla Chiesa.
Gli abusi sono stati esercitati da superiori nel 51,9% dei casi, da sacerdoti nel 34,2% , da formatori nel 23,1% e infine da vescovi nel 10%.
Sono dati che emergono da un'indagine condotta dalla Commissione per la cura e la protezione dei bambini, adolescenti e adulti vulnerabili della Confederazione latinoamericana dei religiosi e delle religiose (CLAR), cui hanno risposto 1.417 suore provenienti da 23 Paesi dell'America Latina e dei Caraibi. I risultati del sondaggio, anonimo, sono pubblicati nel libro Vulnerabilidad, abusos y cuidado en la vida religiosa femenina (Editorial Claretiana).
Il questionario somministrato dai ricercatori comprendeva 40 domande su sei diverse categorie di tematiche per ottenere informazioni relative a due domande specifiche: c'è o non c'è abuso di potere, coscienza e sessualità nella vita religiosa in America Latina? Come viene percepito questo tipo di maltrattamento dalle monache del continente? Fra le 40 domande, anche quelle sui tre principali tipi di abuso che ogni donna, comprese le religiose, possono subire: abusi di potere, di coscienza e sessuali.
I Paesi in cui è stato ottenuto un numero maggiore di risposte da parte delle religiose sono il Messico (429 risposte), Brasile (170), Argentina (129), Perù (113), Ecuador (79). I Paesi da cui è arrivata una minore quantità di risposte sono Nicaragua (14), Cuba (13), Stati Uniti (139, Panama (11) e Paraguay (7).
I ricercatori assicurano che quasi la metà delle risposte, precisamente il 48,6%, appartiene a suore di età compresa tra i 45 ei 65 anni. Si tratta di donne che hanno esperienza di vita religiosa e diversi anni nelle loro congregazioni. Il 39,4% delle religiose che hanno risposto, 559 soggetti, svolge il proprio apostolato nei centri educativi.
Dai dati raccolti risulta che, sebbene il 61% neghi l'esistenza di abusi spirituali, il 30% è convinto del contrario. Sono i superiori quelli che esercitano maggiormente questo tipo di abusi con il 25,5% dei casi; seguono i sacerdoti con il 16,2% e i formatori con il 15,7%. È comunque il 39,4% delle donne che hanno affermato di aver assistito a situazioni di abuso spirituale nei confronti di un'altra persona. Per quanto riguarda le molestie sessuali, il 14,3% delle suore rivela di aver ricevuto molestie da un sacerdote, il 9,7% da laici e l’8% da altre suore.
Il 19,8% delle suore dichiara di essere stato vittima di abusi sessuali. 112 di esse affermano che ciò ha influito sulla loro vita religiosa, 105 ritengono di no, e solo 9 di loro hanno ricevuto sostegno terapeutico all'interno della comunità per affrontarne le conseguenze psicologiche. Per quanto riguarda il consumo di materiale pornografico, 1 religiosa su 3, ovvero il 33%, sostiene che sia un problema; solo l'1,7% si dichiara consumatore di questi contenuti.
Secondo la presidente della CLAR, Liliana Franco, la realizzazione del libro è stato un processo che rappresenta il frutto della consapevolezza della dimensione profetica della vita consacrata. Ciò implica accettare che esistono modalità relazionali lontane dalla volontà di Dio che generano abusi di potere, abusi di coscienza e abusi sessuali e che spetta a loro, da religiose, renderli visibili perché «dare la parola all'abuso» è il modo in cui «possiamo intraprendere cammini di giustizia, di riparazione». «È una situazione dolorosa» quella che emerge dal sondaggio, ha dichiarato, «una situazione che è profondamente commovente e che ci deve portare, come CLAR, a fare un'opzione: essere una mano tesa, una presenza che accompagna e aiuta in questi processi di ricostruzione, riparazione, giustizia».
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