Per una politica a km 0
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 42 del 03/12/2016
Si è conclusa un'altra Conferenza Onu sul clima, questa volta a Marrakech (Marocco). Ancora una volta si è potuta constatare la grande fatica che fa la politica nel dare una svolta globale, sempre più necessaria e urgente, per poter garantire all'umanità la possibilità di vivere bene su questo pianeta. Diceva un biologo che ho ascoltato in una conferenza: il problema non è il pianeta Terra ma l'umanità, perché la Terra avrà la sua evoluzione ma è l'umanità che si autodistrugge, in quanto non sarà più in grado di vivere su questo pianeta.
Il problema quindi non è il “pianeta Terra” ma “Madre Terra”, ossia quell'habitat naturale che è essenziale per la vita dell'umanità. Stiamo distruggendo questa «nostra sorella e madre», denuncia anche papa Francesco nell'enciclica Laudato si'. Il papa chiama tutta l'umanità alla custodia della nostra casa comune attraverso un'ecologia integrale, nella quale inserisce anche la giustizia tra le generazioni. L'umanità di oggi ha un dovere di giustizia nei confronti delle nuove generazioni, per offrire loro le condizioni per una vita felice sul pianeta. Continuando così, invece, rischiamo di consegnare loro un dono avvelenato.
La politica non riesce a prendere decisioni urgenti per poter contrastare la pesantissima impronta ecologica dell'umanità, come rileva ormai da tempo la comunità scientifica. L'Earth Overshoot Day è il giorno in cui la popolazione mondiale ha consumato tutte le risorse terrestri dell'anno. Quest'anno è arrivato prima del solito, l'8 agosto. Il Global Footprint Network ci dice anche che stiamo consumando più di un pianeta e mezzo, precisamente 1,6 pianeti.
La politica non riesce a imprimere una svolta profonda perché, come denuncia la Laudato si', ha perso il primato sull'economia e sulla finanza. Lo strapotere della finanza speculativa sta dominando il pianeta e detta legge alla politica. Come ridare il primato alla politica? Occorre condurla ad una giusta ed intelligente amministrazione della casa comune, secondo l'ecologia integrale proposta dall'enciclica.
Ci vuole una rivoluzione dal basso, cittadini e cittadine del mondo devono prendere in mano le sorti di Madre Terra, come figli e figlie che s'impegnano, a partire dal proprio quotidiano, per custodirla davvero. La strada è stata indicata dalla Laudato si', definendola «cittadinanza ecologica» (n. 211): si comincia da una trasformazione personale delle prassi quotidiane, per nuovi stili di vita che siano rispettosi del creato. Per questo, papa Francesco nella Laudato si' sottolinea la forza del “voto del portafoglio”, la responsabilità sociale dei consumatori che riesce a modificare il comportamento delle imprese chiedendogli, per esempio, una forte riduzione dell'impatto ambientale. Il nostro movimento dei nuovi stili di vita afferma da anni che come consumatori siamo potenti, perché abbiamo nelle nostre mani uno strumento per far cambiare questa economia che uccide l'umanità e Madre Terra, spingendola ad usare criteri di giustizia, di equità e di sostenibilità anche nei confronti dell'ambiente. Dove la politica non riesce ad arrivare, può farlo una cittadinanza attiva e responsabile.
C'è un'altra dimensione della «cittadinanza ecologica» che può diventare prassi giornaliera. Desta preoccupazione la stretta correlazione tra inquinamento e miseria: quanto più inquiniamo tanto più generiamo impoverimento e miseria. Sono i popoli dei Paesi occidentali ad essere maggiormente responsabili dell'inquinamento del pianeta, ma purtroppo sono quelli del Sud del mondo ad essere più gravemente colpiti dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Inquinare meno significa consentire ai popoli danneggiati da siccità, alluvioni, innalzamento dei mari, ecc., di rimanere nelle proprie terre a vivere una vita dignitosa e felice, senza ingrossare le fila dei cosiddetti “migranti climatici”. Aver cura dell'ambiente, a partire dal quotidiano, è quindi anche un segno concreto e quotidiano di solidarietà nei confronti dei popoli del Sud del mondo.
Impegniamoci quindi a far politica a km0, ossia a partire dal nostro quotidiano, per poter liberare la politica dalla schiavitù del potere finanziario, rendendo così possibile anche il cambiamento delle istituzioni.
Adriano Sella è missionario del creato e dei nuovi stili di vita, coordinatore della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita
* Immagine di Tommie Hansen, tratta dal sito Flickr, immagine originale e licenza. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite
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