Dalle parole ai fatti: nasce la Commissione per il diaconato femminile. Con qualche promettente sorpresa
Tratto da: Adista Notizie n° 29 del 03/09/2016
38643 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. «Dopo intensa preghiera e matura riflessione, Sua Santità ha deciso di istituire la Commissione di Studio sul Diaconato delle donne». E così, il 2 agosto scorso, la Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato che l’intenzione espressa da papa Francesco il 12 maggio scorso davanti a 900 religiose di 80 Paesi, in rappresentanza di mezzo milione di suore, nel corso dell’assemblea triennale dell’Unione Internazionale delle Superiore generali (Uisg, v. Adista Notizie n. 19/16), prende prontamente corpo. Nel corso dell’assemblea, svoltasi nell’Aula Paolo VI dal 9 al 13 maggio sul tema «Tessere la solidarietà globale per la vita» il papa, infatti, accogliendo le richieste di alcune religiose («Perché non creare una commissione che studi la questione?»), aveva di fatto accolto iniziative e appelli provenienti da più parti nella direzione di un’apertura del diaconato alle donne (v. Adista Notizie n. 18/16).
Pari presenza per pari diritti nella Chiesa?
La Commissione, che dovrebbe riunirsi a breve, è composta di dodici membri, sei uomini e sei donne, rappresentazione simbolica di una pari partecipazione. Tutti dotati di qualifiche di eccellenza, saranno guidati nel loro lavoro di studio dall’arcivescovo gesuita mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, numero due della Congregazione per la Dottrina della Fede. Quattro gli italiani: mons. Piero Coda, focolarino, preside dell’Istituto Universitario Sophia, Loppiano – l’università dei Focolarini – nonché membro della Commissione teologica internazionale; Francesca Cocchini, docente di Storia del Cristianesimo presso l’Università La Sapienza e presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma; suor Mary Melone, delle Suore Francescane Angeline, presidente della Società Italiana per la Ricerca Teologica, nominata dallo stesso Francesco nel 2014 consultore della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e rettore magnifico della Pontificia Università Antonianum di Roma; Michelina Tenace, docente e direttore del dipartimento di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ci sono poi tre spagnoli: oltre al presidente mons. Ladaria, suor Nuria Calduch-Benages, delle Misioneras Hijas de la Sagrada Familia de Nazaret, membro della Pontificia Commissione biblica, promotrice, nella propria attività teologica, di una teologia biblica al femminile, e p. Santiago Madrigal Terrazas, gesuita, docente di Ecclesiologia presso l’Università Pontificia Comillas di Madrid e autore di numerosi volumi sul Concilio Vaticano II. Statunitensi sono p. Robert Dodaro, agostiniano, preside dell’Istituto Patristico Augustinianum di Roma e docente di Patrologia presso la Pontificia Università Lateranense, e la teologa statunitense Phyllis Zagano, professoressa presso la Hofstra University, Hempstead, New York. Completano il quadro il tedesco don Karl-Heinz Menke, docente emerito di Teologia dogmatica presso l’Università di Bonn e membro della Commissione teologica internazionale; p. Aimable Musoni, salesiano, docente di Ecclesiologia presso la Pontificia Università Salesiana di Roma; il gesuita belga p. Bernard Pottier, docente di Teologia dogmatica e fondamentale presso l’Institut d’Etudes Théologiques di Bruxelles e membro della Commissione teologica internazionale; l’austriaca Marianne Schlosser, docente di Teologia spirituale presso l’Università di Vienna e membro della Commissione teologica internazionale.
Chi spingerà per il diaconato femminile?
Dei dodici membri almeno un terzo, esplicitamente, è favorevole alla reintroduzione del diaconato femminile. Phyllis Zagano, in particolare, acclamata studiosa di spiritualità contemporanea e impegnata sul tema della donna nella Chiesa e del diaconato femminile, ha pubblicato il libro Holy Saturday: An Argument for the Restoration of the Female Diaconate in the Catholic Church, nel quale ne auspica la reintroduzione. Compariva tra le personalità “raccomandate” dalla Women Ordination Conference (Woc), uno degli organismi che supportano l’accesso delle donne al sacerdozio, quando il papa annunciò il suo parere positivo alla creazione della commissione (v. Adista Notizie n. 19/16). E pensare che, nel 2012, Benedetto XVI regnante, il teologo gesuita statunitense William Ditewig, docente alla Santa Clara University, dal 2002 al 2007 a capo del segretariato dei vescovi per il diaconato, fu censurato per aver scritto, in collaborazione proprio con Phyllis Zagano, un libro che faceva il punto sul diaconato femminile. L’arcidiocesi di Philadelphia, cui Ditewig apparteneva, gli vietò formalmente di parlare in pubblico ad una conferenza sul tema del diaconato poiché la sua presenza avrebbe causato «confusione dottrinale».
Tra i fautori del diaconato femminile anche Pottier («le diaconesse facevano indiscutibilmente parte del clero», scrisse anni fa in un saggio) e Menke, che difende il diritto delle donne a reclamare una maggiore responsabilità nella Chiesa: «Il papa – scrisse secondo quanto riporta Religión digital (23/8) – potrebbe cambiare la legge ecclesiastica in modo che organi della Chiesa, composti da uomini e donne, possano eleggere vescovi e anche il papa».
Mary Melone, prima donna ad essere nominata rettore di un’università pontificia, ha recentemente affermato la necessità che «l’autorità delle donne aiuti la Chiesa a crescere»: che si arrivi a parlare o meno di sacerdozio, ha spiegato, sempre secondo quanto riporta Religión digital, l’importante è che «non vi siano pretesti per escludere le donne dalla possibilità di aspirare a ruoli decisionali nella Chiesa».
Altri componenti della Commissione sono di orientamento più conservatore: p. Dodaro è curatore del volume «Permanere nella verità di Cristo: Matrimonio e Comunione nella Chiesa cattolica», tra i cui autori compaiono anche il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede card. Gerhard Ludwig Müller e il conservatorissimo card. Edmond Leo Burke; Madrigal Terraza ha esplicitamente dichiarato (v. Religión digital) che una ipotetica apertura al diaconato non può in nessun modo supporre un carattere sacramentale di quest’ultimo.
* Immagine di Gabriel Andrés Trujillo Escobedo, tratta dal sito Flickr, licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite
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