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Al di là del linguaggio dogmatico: il cristianesimo spiegato ai contemporanei

Al di là del linguaggio dogmatico: il cristianesimo spiegato ai contemporanei

Tratto da: Adista Documenti n° 33 del 03/10/2015

DOC-2737. BELO HORIZONTE-ADISTA. Tra i teologi più impegnati nel compito di riformulare il messaggio cristiano in un linguaggio che possa risultare comprensibile - e dunque nuovamente rilevante e significativo - alle donne e agli uomini contemporanei, il vescovo episcopaliano John Shelby Spong appare senz'altro in prima fila. E ciò fin da quando, attento ai numerosi segnali di declino evidenziati da ogni parte dalla religione cristiana, ha compreso, «come vescovo e come cristiano impegnato», che l'unica maniera di «salvare il cristianesimo come forza per il futuro» è quella di trovare nella Chiesa il coraggio che la renda «capace di rinunciare a molti schemi del passato». Un impegno, il suo, tradottosi, alla vigilia del XXI secolo, in un libro diventato una pietra miliare in questo cammino di riflessione teologica: Why Christianity Must Change or Die (“Perché il cristianesimo deve cambiare o morire”), successivamente ridotto a un manifesto in 12 tesi attaccato, «alla maniera di Lutero», all'ingresso principale della cappella del Mansfield College, all'Università di Oxford, nel Regno Unito, e poi inviato per posta a tutti i leader cristiani del mondo. Non poteva dunque assolutamente mancare un suo contributo nell'importante numero della rivista di teologia Horizonte (pubblicata dalla Pontificia Università Cattolica di Minas Gerais; n. 37/2015) dedicato al "Paradigma post-religionale" (v. Adista Documenti nn. 29 e 31/15), cioè al tema della presunta morte della religione - intesa come la configurazione storica, contingente e mutevole che l'insopprimibile dimensione spirituale dell'essere umano ha assunto dall’età neolitica - in direzione di una nuova espressione religiosa compatibile con le recenti acquisizioni scientifiche: senza dogmi, senza dottrina, senza gerarchie, senza la pretesa di possedere la verità assoluta. Su invito della rivista Horizonte, Spong ha così ripreso le sue celebri 12 tesi, ripercorrendole una ad una nella sua rilettura post-teista del cristianesimo (oltre, cioè, il concetto di Dio come un essere che dimora al di sopra di questo mondo e che da “lassù” interviene nelle vicende umane al di fuori delle leggi naturali). E dopo aver pubblicato le prime 5 – sul teismo come modo di definire Dio; sull'immagine di Gesù come “incarnazione di una divinità teista”, sul peccato originale, sulla verginità di Maria e sui miracoli (v. Adista Documenti n. 31/15) – riportiamo ora ampi stralci delle 7 successive, nonché l'articolo (una delle 7 comunicazioni del dossier) della scrittrice cubano-nicaraguense María López Vigil, la quale pone l’accento, da un lato, sull'incomprensibilità del linguaggio dogmatico e, dall’altro, sull'inalterata fedeltà a Gesù di Nazareth (per la lettura integrale dei due documenti, nella versione originale rispettivamente in inglese e in spagnolo, rimandiamo al sito della rivista Horizonte).

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